Vescovo Franco: comunicato n. 5 del 25 marzo 2020

Franco Manenti

Vescovo di Senigallia

Comunicato n. 5 del 25 marzo 2020

Il Vescovo di Senigallia, Franco Manenti, in questo difficile momento, confidando nella Parola di Dio «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12) assicura tutti che, nella Celebrazione eucaristica quotidiana e nella Liturgia delle ore, Lui e i presbiteri della Diocesi ricordano tutte le persone malate, tutti coloro che in qualsiasi modo e maniera si adoperano per la loro guarigione e in maniera particolare tutti i defunti specialmente coloro che morti in solitudine, privati degli affetti familiari, non hanno avuto neanche le esequie. La stessa preghiera e ricordo al Signore è assicurata per i familiari e per tutti coloro che in qualsiasi modo e maniera soffrono per questa situazione.

Ricordando l’impegno della diocesi tramite la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali nello stare accanto ai più poveri e la disponibilità nel sostegno alle strutture sanitarie del territorio, al fine di aiutare a vivere spiritualmente al meglio il drammatico momento presente e la difficile situazione in continua evoluzione in base al decreto e alla nota della Penitenzieria Apostolica del 19 marzo 2020 ricorda, concede e suggerisce quanto segue:

  1. Cercando di far tutto per i malati e di trovare ogni soluzione possibile per non abbandonarli e lasciarli soli, soprattutto nel momento della morte, invita i familiari, in forza del loro Battesimo, a benedire i propri genitori e i propri nonni morenti nelle case. Inoltre esorta e chiede cordialmente, senza imporre nulla e nella libertà di ognuno, anche ai medici, agli infermieri, ai volontari e al personale ospedaliero, negli ospedali e nelle strutture di cura, nelle case di riposo, di farsi portatori, in nome della Chiesa, di un segno, di una benedizione, di una piccola preghiera verso tutte le persone che lo chiedono o che semplicemente si intuisce che possano desiderarlo.
  • Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali, nelle strutture di cura, nelle case di riposo o nelle proprie abitazioni se, con il desiderio di vivere il Vangelo e l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla preghiera della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o anche pregando con il Credo, il Padre Nostro e una invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di vivere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.
  • Gli operatori sanitari, i familiari e quanti, sull’esempio del Buon Samaritano, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus secondo le parole di Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), potranno vivere il dono dell’Indulgenza plenaria con le stesse indicazioni.
  • Si concede con le stesse modalità l’Indulgenza plenaria in occasione dell’attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che offrano la lettura della Parola di Dio o la recita del Santo Rosario, o la preghiera della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per chiedere a Dio la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti hanno concluso il loro cammino terreno.

La Chiesa prega per chi si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi e della Comunione in punto di morte, affidando alla Misericordia di Dio tutti e ciascuno in forza della comunione dei Santi. Concede al fedele che la desidera con animo accogliente l’Indulgenza plenaria in punto di morte, (in questo caso la Chiesa supplisce alle condizioni richieste).

Nel caso in cui i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) che deriva dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa e accompagnata dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono di tutti i peccati.

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