Un Santo al Giorno: Beato Augustine Thevarparampil detto Kunjachan

L’indiano Augustine Thevarparampil, sacerdote del Kerala, nato nel 1891, consacrò la sua vita alla promozione umana e cristiana dei cosiddetti “intoccabili”, cioè coloro che vivevano ai margini della società, in condizioni di estrema povertà. Augustine, che tutti chiamavano Kunjachan (piccolo prete) per la sua bassa statura, per ben 47 anni è stato soltanto un curato di campagna. 

Non aveva capacità eccezionali, ma dedicò tutto il suo ministero ai fratelli emarginati dalla società, combattendo contro l’ignoranza, i pregiudizi, l’analfabetismo e anche contro le dure critiche dei cristiani “per bene” che  non riuscivano a capire cosa spingesse quel povero prete verso quei disgraziati. Riuscì ad avvicinare a Dio molte persone. Visse fino agli 82 anni. Morì santamente il 16 ottobre 1973. Per tutti era morto un santo. Fu dichiarato beato il 30 aprile 2006 da Benedetto XVI.

Dall’omelia della cerimonia di beatificazione:
Il suo obiettivo non era solo l’elevazione spirituale dei Dalit, ma anche la loro emancipazione sociale, culturale, intellettuale e artistica. Resistette all’opposizione con calma e mitezza. Non si scoraggiò quando il governo negò privilegi ai Dalit convertiti al cristianesimo. La grazia costante di Dio gli conferì forza e coraggio. Fonte della sua forza fu la preghiera al cospetto del Santissimo Sacramento. Fu anche devoto alla Beata Vergine Maria. Obbedì al suo parroco e al suo Vescovo con grande umiltà.

Le parole del Signore:  “In verità vi dico:  ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40) erano profondamente iscritte nel cuore di Kunjachan. La tomba di Kunjachan, considerato santo quand’era ancora in vita, divenne un luogo di pellegrinaggio.

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