Per vivere il Vangelo della Domenica

Domenica del buon pastore. Letteralmente del bel pastore, non bello di aspetto perché sta scritto; «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi» (Is 53,2), ma bello di quella “bellezza che salverà il mondo” come ha scritto Dostoevskij. La bellezza del nostro Dio che dà la sua vita per noi. Questo fa il bel pastore, non come il mercenario che scappa al sopraggiungere delle difficoltà, che sparisce nei momenti difficili invece di farsi vicino. Il mercenario fa le cose a pagamento, il bel pastore dà la sua vita per noi, perché noi siamo le sue pecore, noi gli apparteniamo, gli importa di noi! Chissà se noi facciamo le cose in modo gratuito, anche quando ci costano, se siamo disposti a perdere, anzi a spendere, salute, tempo, beni.  

Le sue pecore ascoltano la sua voce, perché lo conoscono e lo seguono. Ecco, come per vivere le pecore ascoltano la voce del pastore, perché da soli non trovano, così anche noi per vivere bene occorre che ascoltiamo la voce di Gesù, che ci parla attraverso la Sua Parola, attraverso le nostre guide spirituali. Noi siamo in grado di ascoltare la Sua voce, perché c’è in noi qualcosa di profondo che riconosce la voce della verità della vita; il problema è che spesso siamo distratti. Non sappiamo più ascoltare le cose che contano bombardati come siamo di grida, rumori, voci suadenti che promettono vita, ma che poi la tolgono uccidendo le speranze.

Certo, accade pure che ascoltiamo la voce di Gesù, ma distrattamente, non facendola nostra, non facendola scendere in noi. La visione è esterna a noi, ma non la voce. Ad esempio, Maria ascolta la Parola, crede alla Parola e obbedisce alla Parola. In ebraico, infatti, ascoltare significa anche obbedire! E come fai ad obbedire ad una persona se non la conosci? Come fai a seguire docilmente una persona della quale non ti fidi? Questo è quello che spesso accade a noi: non conosciamo, non ci fidiamo di Colui che ci vuol condurre a verdi pascoli, ad acque tranquille, alla vera pace dell’anima, alla vita piena, alla beatitudine eterna! (P. Ermes Ronchi)

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