Il Brillìo degli Occhi – 4

Dal Cap. 1 il nichilismo come situazione esistenziale

La libertà può anche decidere di non vedere e di fuggire: «Ok siamo in balìa del nulla. Pfff, chi se ne frega!» illudendosi di risolvere il problema semplicemente distogliendo lo sguardo. Lo possiamo in ogni caso fare. Edgar Morin, uno tra i più noti pensatori europei viventi osserva: «Ho compreso che una fonte di errori e di illusioni è l’occultare i fatti che ci disturbano, anestetizzarli ed eliminarli dalla nostra mente»

Dall’omelia di Papa Francesco della Veglia Pasquale del 2017

Sebbene il cuore sappia che le cose possono essere diverse, ci si può abituare, quasi senza accorgersene, a convivere con il sepolcro, a convivere con la frustrazione. Ci si può convincere che questa sia la legge della vita e quindi anestetizzarsi con evasioni che non fanno altro che spegnere la speranza posta da Dio nelle nostre mani. Ed ecco che l’andare può essere come quello delle due donne, tra il desiderio di Dio e una triste rassegnazione, e in questo caso non muore solo il Maestro: con Lui muore la nostra speranza. Dio, però, riserva una sorpresa al suo popolo fedele, quella di scoprire che la vita nasconde un germe di risurrezione: il palpitare del Risorto ci si offre come dono, come regalo, come orizzonte. Il palpitare del Risorto è ciò che ci è stato donato e che ci è chiesto di donare a nostra volta come forza trasformatrice, come fermento di nuova umanità. Con la Risurrezione Cristo non ha solamente ribaltato la pietra del sepolcro, ma vuole anche far saltare tutte le barriere che ci chiudono nei nostri sterili pessimismi, nei nostri calcolati mondi concettuali che ci allontanano dalla vita, nelle nostre ossessionate ricerche di sicurezza e nelle smisurate ambizioni capaci di giocare con la dignità altrui.

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