Dal Cap. 3 “Caro Cardo salutis”
Ciò che ha strappato la peccatrice del Vangelo dal nulla non sono stati i suoi pensieri, i suoi propositi, i suoi sforzi, è stata una Presenza che aveva una passione tale, una preferenza tale per la sua persona, per il suo io, che lei ne è stata conquistata.
Dall’omelia di Papa Francesco del 18 settembre 2014
Il fariseo aveva dimenticato come si carezza un bambino, come si consola una nonna. Nelle sue teorie, nei suoi pensieri, nella sua vita di governo aveva dimenticato i primi gesti della vita che noi tutti, appena nati, abbiamo incominciato a ricevere dai nostri genitori: Era lontano dalla realtà.
Ecco allora due atteggiamenti molto differenti tra loro: da una parte quello dell’uomo che vede e qualifica, giudica; e dall’altro quello della donna che piange e fa cose che sembrano pazzie.
Gesù, con la sua pazienza, il suo amore. Il Vangelo non dice com’è finita la storia per quest’uomo, ma dice chiaramente come è finita per la donna: “I tuoi peccati sono perdonati!”. Insomma, a lei si dice che i peccati sono perdonati, agli altri Gesù fa vedere soltanto i gesti e spiega i gesti, anche i gesti non fatti, ossia quello che non hanno fatto con lui.
La salvezza entra nel cuore soltanto quando noi apriamo il cuore nella verità dei nostri peccati